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COME ASSOCIARSI

Per diventare socio della nostra Famiglia Cooperativa bastano pochi istanti: clicca sulla richiesta di ingresso socio e compila in ogni sua parte il form. Una volta compilato, ti basta inviare e la tua domanda verrà visionata dal consiglio di amministrazione.

Ricordati di allegare, negli appositi spazi, il documento d'identità ed il certificato di residenza.

Successivamente verrai contattato dalla segreteria mezzo posta elettronica.

LO STATUTO

I soci sono il fondamento delle società cooperative, senza di loro la cooperazione perde significato. "Le nostre società saranno fiorenti, avranno credito, non già per la quantità dei soci, ma per la loro qualità" scriveva nel 1894 don Lorenzo Guetti il padre fondatore della Cooperazione. Soci però "non si nasce", si diventa manifestando la propria volontà di partecipazione e di appartenenza alla società cooperativa ed esprimendo in modo franco le proprie attese e il proprio parere.

I VANTAGGI PER IL SOCIO

  • ESTRATTO CONTO ON-LINE (Solo COOP)

  • ​ABBONAMENTO GRATUITO RIVISTA COOPERAZIONE TRA CONSUMATORI

  • BUONI SCONTO 10% MENSILI

  • IL PRESTITO DAI SOCI

  • LA TESSERA DEL SOCIO

  • IL CREDITO AL CONSUMO

  • OMAGGI NATALIZI E PASQUALI

  • PARTECIPAZIONE ALLA VITA SOCIALE

CHI SIAMO

La Famiglia Cooperativa Pinzolo Soc. Coop. è la più grande Famiglia cooperativa del Trentino e si distingue per capacità di innovazione e per il ruolo nel tessuto economico e sociale delle comunità in cui opera. Consente al movimento cooperativo di presidiare i centri più importanti dell'intera Val Rendena, dalla filiale di Iavrè a quella situata al Plan di Campo Carlo Magno con strutture all'avanguardia e molto competitive, supportate da uomini capaci, ed insieme di fornire servizi importanti ai piccoli paesi di montagna, servizi decorosi, essenziali alla loro sopravvivenza ed al loro sviluppo.
In più di 110 anni di vita quest'azienda, grazie ad un impegno costante, alla saggezza dei suoi amministratori ed alla professionalità delle sue maestranze, ha ampliato progressivamente il suo campo d'azione sul territorio, negli assortimenti, nei servizi e nell'offerta in generale, tanto da proporsi oggi come la più grande e la più affidabile Famiglia cooperativa del Trentino.
Può contare su oltre 1800 soci iscritti ed è presente in dodici punti vendita distribuiti a Iavrè, Spiazzo, Bocenago, Giustino, Massimeno, Pinzolo, Sant'Antonio di Mavignola, Pramagnan, Madonna di Campiglio e Plan di Campo Carlo Magno.
Si va dai due magazzini dell'Ingros Rendena, votati al catering per fornire alberghi, ristoratori ed enti vari, alla Baita dei Sapori, boutique di pregiati e genuini prodotti tipici locali, attraverso la filiera dei "Verde e Blu", negozi integrati con alimentare ed extra, dei "Supermercati Trentini" e dei negozi a insegna "Famiglia Cooperativa".

Il Nostro Cammino....... dal 1895!

Copyright Foto Ottica Povinelli

Il disastroso incendio di Pinzolo del 1913, i problemi creati da due guerre mondiali, cambi di nazionalità, di regime e di governi, divisioni della società in seguito a contrasti e dissidi interni alla comunità, diversi spostamenti della sede e degli uffici, una certa qual incuria nella conservazione dei documenti, spesso ritenuti inutili ed eliminati, hanno reso particolarmente difficile recuperare il percorso della Famiglia cooperativa nei suoi oltre cento anni di vita, una storia di cultura, di umanità, di economia, costruita dalla gente comune.


L'attuale civiltà dei consumi fu preceduta da una lunga civiltà, quella delle ristrettezze, dei bisogni primari e delle riparazioni.
La famiglia cooperativa, col suo modello, ha cercato di rispondere alle esigenze del mercato determinate dalle necessità e dalle risorse di cui dispongono gli abitanti di un paese, interpretandone la realtà sociale che lo definisce. Quando essa nasce la popolazione in stragrande maggioranza vive di agricoltura, di allevamento e di lavoro che direttamente dipende dalla ruralità. L'economia montana è caratterizzata da un elevato frazionamento delle proprietà, dalla gestione collettiva dei pascoli, dei boschi e delle acque, e dalle difficoltà delle genti in essa inserite che faticano a procurarsi di che vivere.
Dato il loro basso tenore di vita, quanti lavorano la terra dedicano gran parte dell'attività, in condizioni igienico sanitarie precarie, al solo scopo di soddisfare al bisogno primario dell'alimentazione. Tale bisogno viene di massima soddisfatto in modo scadente e con un tipo di alimentazione aggravata dalla monotona insistenza della dieta su alcune sostanze soltanto, sui prodotti della stagione. In Val Rendena si coltivano orzo, segale, avena, miglio, mais, rape, cavoli, barbabietole, fagioli, patate, canapa, piante di noce e di castagno. L'autoconsumo coinvolge tutte le categorie. Ciò non impedisce un'apertura al mercato con attività legate ad alcune merci (vino, sale, cereali, verdure, cuoio, legname, filati, ecc.) e alla rete di comunicazione attraverso i valichi che portano a Nord (Tonale, Palade…Merano) o verso Brescia e il Garda.


Nel lavoro artigianale ci si affida alla forza delle acque, incanalate in ramoni, rogge e derivazioni. Ruote idrauliche muovono le segherie (veneziane), fanno funzionare le pale per la follatura dei panni, i mulini per la macina del grano, per brillare l'orzo, per spremere l'olio dalle noci, per ritmare i magli dei fabbri, abili fabbricanti di attrezzi per l'abbattimento degli alberi e per la lavorazione del legno. L'attività delle segherie, che trasformano i tronchi in tavole, assorbe molta mano d'opera indotta, boscaioli per il taglio delle piante e carrettieri, che dai primi anni del 1800 fin quasi alla vigilia della seconda guerra mondiale trasportano il legname fino a Riva del Garda per spedirlo verso la pianura, e nel ritorno caricano prodotti alimentari (botti di vino, sacchi di farina, granoturco, avena, sale). Al loro servizio si incrementano altre professioni, come quelle dei costruttori e riparatori di carri, dei maniscalchi, dei sellai, ecc.
In questo contesto di difficoltà e di miseria si inserisce, si diffonde e si sviluppa sul finire dell'Ottocento il fenomeno del movimento cooperativo, ispirato nelle nostre vallate dalla dottrina sociale della chiesa (Rerum Novarum), che trova un terreno particolarmente fertile: strumento efficace messo in mano alla povera gente per affrancarsi dall'usura, combattere le speculazioni e liberarsi da una vita di schiavitù materiale e morale. Si assiste ad una vera e propria rivoluzione, popolare e pacifica; ci si trova davanti ad un fatto che non è solo economico, ad una nuova forma mentis che spinge ad agire "uno per tutti, tutti per uno", poveri e meno, nell'interesse, in difesa e per il progresso dell'intera comunità.


La cooperazione di consumo in Italia vide la luce nel 1854 a Torino con l'apertura di un "magazzino di previdenza", per merito della "Associazione Generale degli Operai" che vende a prezzo di costo ai soli soci, ed è amministrato con criteri assistenziali. In Trentino essa compare con don Lorenzo Guetti, il quale nel 1890 costituisce una cooperativa di consumo alla Quadra nel Bleggio. Pochi anni dopo in Rendena un altro sacerdote, don Napoleone Cavalieri, suo amico e come lui fortemente impegnato nel sociale, opera un'iniziativa analoga e promuove la costituzione della Famiglia Cooperativa di Pinzolo, diventata oggi, con i suoi 25.000.000 di euro di fatturato, la più forte e la più prestigiosa dell'intero Trentino.
Il 13 dicembre 1894 si riunirono per la prima volta i membri della Direzione e il 27 dicembre di quello stesso anno la società venne iscritta formalmente nei libri consorziali, anche se essa non aveva ancora iniziato l'attività commerciale vera e propria. Questa avrà inizio il 2 marzo del 1895 con l'apertura del primo magazzino per gli 89 soci, fra cui Decimo Serafini di Ragoli, guardiaboschi e guardiacaccia a Madonna di Campiglio per conto delle Regole di Spinale e Manéz. Quindici giorni dopo verrà assunto Michele Muraro con la funzione di capo magazziniere. Nel dicembre del 1896 figura presidente della società don Giuseppe Borghesi.


La Famiglia cooperativa di Pinzolo fu quindi una delle prime a nascere nel Trentino e si affermò subito con un buon giro di affari. Il primo bilancio di cui abbiamo conoscenza, che risale al 31 dicembre 1896, era così composto:


Soci 274



Attivo:                                                          Passivo:
-cassa 683,72 Fiorini                                -Debiti verso terzi 8848,34 Fiorini
-Credito verso soci 2483,07 Fiorini      -Quote e riserve 1819,55 Fiorini
-Merci 7111,66 Fiorini
-Mobilio e valori propri 389,44 Fiorini


Totale 10667,89 Fiorini                             10667,89 Fiorini


Si trattava quindi di un bilancio di tutto rispetto se si tien presente che, all'epoca, la giornata di un bracciante agricolo valeva circa due tre fiorini. Per avere un'idea del potere d'acquisto della moneta del tempo, si consideri che con un fiorino si poteva acquistare 1 Kg di burro, mezzo chilogrammo di formaggio reggiano, poco meno di 1 kg di caffè, quasi tre kg di riso, ecc… Già nel 1898, però, il bilancio della Famiglia Cooperativa di Pinzolo era più che triplicato, pur essendo i soci incrementati di solo dieci unità. Ciò sta a testimoniare la grande fiducia che la cooperativa aveva saputo acquistarsi in paese ed il miglioramento del servizio verso i soci e verso la comunità. Il 1898 fu un anno infausto per la cooperazione trentina che perse prematuramente il proprio fondatore in un momento di crescita molto delicato. Don Lorenzo Guetti si spense infatti , a Fiavè nell'aprile del 1898, a soli 51 anni.
Purtroppo dopo la sua morte nel movimento cooperativo trentino si verificò una spaccatura fra "i neutri" quelli che volevano le cooperative aperte a tutti "gli uomini di buona volontà" come aveva lasciato scritto don Guetti (don Mentore) nel suo testamento spirituale e coloro che invece ne volevano accentuare il carattere politico-cattolico.
Questi ultimi chiamati "i confessionali" fra i quali spiccava don Napoleone Cavalieri, curato di Carisolo, nel congresso di Mori, del 1899, conquistarono la maggioranza della Federazione.
Seguendo il nuovo corso, nel 1899, fu fondato anche il S.A.I.T, (Sindacato Agricolo Industriale di Trento) con lo scopo di fungere da centrale per gli acquisti collettivi delle Famiglie Cooperative.
Proprio sull'opportunità o meno di aderire al nuovo consorzio si aprì una divisione anche all'interno della Famiglia cooperativa di Pinzolo che sfociò presto in aperto contrasto fra i soci di ispirazione cattolica e i soci di ispirazione laico-socialista.
Questi contrasti si acuirono al punto da portare, nel 1904, alla liquidazione della vecchia Famiglia cooperativa che contava quasi 400 soci ed alla nascita di due nuove cooperative: il Magazzino Sociale Pinzolo e dintorni, di tendenza cattolica, chiamata la "Cooperativa dei bacàn", ed il Consorzio Economico Cooperativo, di tendenza laica , chiamata la "Cooperativa dei villaröi".
Gli Statuti erano i medesimi, salvo gli aspetti "confessionali".
Le due cooperative si svilupparono, su per giù con le stesse dimensioni, fino al 1928, quando, anche a seguito di precise direttive del regime fascista, che nel 1926 aveva assunto il controllo del movimento cooperativo, furono portate alla fusione.

Il 22 aprile del 1928, dopo diverse assemblee, discussioni e dibattiti, rinacque così la Famiglia cooperativa di Pinzolo, con Albino Collini presidente. L'unione delle due società fu una fortuna per Pinzolo, perché la nuova cooperativa poté affrontare con una certa sicurezza e superare la grave crisi degli anni Trenta, a differenza di parecchie altre consorelle del Trentino, finite in difficoltà o addirittura costrette alla liquidazione nel 1933, in seguito al fallimento della Banca del Trentino-Alto Adige, la più grossa della Regione.
Con lo sviluppo dell'economia e l'affermarsi del turismo la Famiglia cooperativa di Pinzolo ampliò i suoi orizzonti e, per assecondare le richieste e le necessità dei soci, oltre che dei forestieri, cominciò ad espandersi nelle frazioni, con nuovi punti di vendita, dapprima ad apertura stagionale, poi per tutto l'arco dell'anno, ora prendendo in affitto qualche locale, quindi dentro negozi di proprietà.
Risale ai primi anni Cinquanta l'apertura delle filiali di Sant'Antonio di Mavignola e di Madonna di Campiglio. Lo stemma del nido con le tre rondini sta proprio ad indicare i tre negozi originari della Famiglia cooperativa.
Le due filiali subiscono una continua evoluzione durante questo decennio, tanto da acquisire un'immagine ed un ruolo prestigiosi nel tessuto commerciale delle località presidiate.
Negli anni Sessanta si provvede alla costruzione di una nuova sede a Pinzolo, sempre in piazza Collini, sul lato ovest, a fianco della sede primitiva, e si acquista una nuova struttura commerciale al Plan di Campo Carlo Magno.
Se fin qui l'attività si è sviluppata in ambito comunale, negli anni Settanta la società varca i confini catastali e si porta a Giustino con un nuovo punto vendita, a lungo reclamato dai numerosi soci di quel paese. Nello stesso tempo potenzia la sua presenza a Campiglio con un nuovo negozio a Pramagnàn ed amplia la sua offerta con l'istituzione, vicino a quest'ultimo, di un C + C al servizio di albergatori e ristoratori.

 

E' degli anni Ottanta l'acquisto dell'Ingros Rendena a Giustino e il trasporto in quell'edificio degli uffici direzionali, la ristrutturazione della sede di piazza Collini, l'apertura della filiale di Massimeno e la partecipazione al Consorzio C.8 per realizzare un supermercato a Tione.
 

Negli anni Novanta si costruisce una nuova spaziosa filiale a Sant'Antonio di Mavignola, si rinnovano quelle di Pramagnan e di Giustino, dove ci si sposta in casa Cozzini, si ristruttura completamente la filiale di piazza Righi a Madonna di Campiglio, si incorporano le Famiglie cooperative di Bocenago e la Val Rendena di Spiazzo, cominciando a gestire i punti vendita di Bocenago, Spiazzo e Iavrè dopo averli rammodernati, ed infine si rifà la sede di piazza Collini a Pinzolo, distribuendo e razionalizzando lo spazio destinato alle vendite su quattro piani, raggiungibili con scale mobili molto funzionali.


Appartiene al secondo millennio l'apertura nella vecchia sede che si affaccia su piazza Collini, il salotto di Pinzolo con la sua bella fontana in granito realizzata dalla Famiglia cooperativa insieme alla Cassa rurale e al comune, di una vera e propria boutique dell'alimentare, "La Baita dei Sapori", negozio che offre esclusivamente specialità locali, genuine e di altissima qualità, garantite dal marchio esclusivo.


Richiamate le tappe dello sviluppo "fisico" sul territorio, va sottolineato come Presidente, Amministratori, Direzione e Risorse umane siano costantemente in fermento, attenti a cogliere ogni opportunità per rinnovarsi, migliorare i servizi ampliare le offerte, andar incontro alle necessità dei soci, delle comunità e del territorio dove la Famiglia Cooperativa opera, incontra notevole consenso, ed è profondamente radicata…
…disponibili sempre ad accogliere indicazioni e suggerimenti da tutti, con lo sguardo rivolto al domani nello spirito dell'efficienza sposata alla solidarietà.

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